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Vivere in appartamenti e condividere con gli altri inquilini ampi spazi comuni, servizi e professionalità: la lavanderia, le sale hobby, i giardini, gli spazi gioco o il micronido per i bambini, la palestra, la piscina, internet caffè, la biblioteca, l’orto, il car sharing, la portineria stile reception alberghiera per la prenotazione di taxi, biglietti e ristoranti, la ricerca di una baby-sitter o di un dog-sister.
È il cohousing, un modello di insediamento abitativo che nasce negli anni Sessanta in Scandinavia per poi diffondersi in tutto il Nord Europa, in Australia, USA, Giappone e, solo ultimamente, anche in Italia.
Il cohousing si basa su valori di socialità, aiuto reciproco e buon vicinato. Permette di beneficiare di servizi ad alto valore aggiunto e di migliorare la qualità della vita. Aiuta a ridurre gli sprechi, i costi di energia e di gestione e a risparmiare migliaia di euro l’anno su bollette, servizi di babysitting, spesa, wifi.
In molti casi gli abitanti del cohousing sono coinvolti nella fase di progettazione della loro futura casa condivisa.

Cohouser, chi sono
Sono soprattutto adulti, tra i 36 e i 65 anni. Coppie con figli nella metà dei casi. Ci sono studenti, pensionati, famiglie, gruppi di amici che vogliono abitare insieme. Unico tratto in comune: costruirsi una buona qualità della vita e avere voglia di collaborare.

Esempi italiani
In Italia iniziano ad esserci alcuni esempi interessanti, soprattutto nelle grandi città.
Pomaseiuno, a Milano.  Un condominio di 100 appartamenti gestiti da una vera e propria reception che organizza l’utilizzo degli spazi comune e offre servizi di vario tipo come la ricerca di una baby sitter, la prenotazione di un ristorante o di uno chef per una cena esclusiva.

Numero Zero, a Torino. Una delle prime esperienze italiane. Nel quartiere multietnico di Porta Palazzo alcune famiglie hanno creato l’associazione “Coabitare”, hanno acquistato un palazzo, lo hanno ristrutturato secondo criteri di bioedilizia e hanno dato vita a un condominio solidale con carsharing, biblioteca, una mini-cantina per il vino, un’officina per il fai-da-te, un giardino, una terrazza e un negozio, che affittano a un venditore di biciclette.

COventidue, Milano. Un edificio Liberty dei primi del  ‘900, in pieno centro, riprogettato con il contributo dei futuri abitanti, con  servizi  innovativi,  nel  rispetto  dell’ambiente  e a  prezzi  accessibili, tanto che era già sold out prima ancora dell’avvio dei lavori  di riqualificazione. Qui ci saranno circa 60 appartamenti con tagli e dimensioni differenti, una  sala  polifunzionale, una lavanderia/asciugheria comune,  una foresteria,  un  coworking,  un’area  giochi  per  i  bambini,  un’area wellness,  un deposito bike, un’area pet. Sarà inoltre un edificio gas-free, totalmente accessibile anche per disabili.

Fonte: il Sole 24 Ore, Cohousing, valore aggiunto dai servizi (anche a pagamento)

 

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