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Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile, le preferisco funzionali e vissute. […] Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero inverno, un frigo imponente, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare.
Banana Yoshimoto

La cucina regina della pandemia
Chi non ama la cucina. La cucina è il cuore della casa. Fin dalla preistoria.
È il luogo in cui si pranza, si cena, si discute, si studia, si lavora, si condividono momenti piacevoli, si guarda la tv.
È il luogo degli affetti, dei ricordi di infanzia. È un microcosmo di sapori, odori, sensazioni.
E oggi più che mai: la quarantena obbligatoria ci ha fatto riscoprire il piacere di cucinare, di ritrovarsi tutti insieme intorno a un tavolo a chiacchierare o davanti a un piatto di fettuccine fatte in casa. In tanti ci chiediamo se tutto tornerà come prima? La risposta è no, molto probabilmente no.
La pandemia sta cambiando il mondo e dovremo adattarci a un nuovo modo di vivere, di lavorare e di creare relazioni. E anche le nostre case cambieranno. Lo abbiamo visto durante il lock down: le persone, chiuse in casa, hanno dovuto a ripensare lo spazio dei propri appartamenti per ricavare più angoli di lavoro e studio e rispondere a coabitazioni mai provate prima.
Che fine farà la cucina nel mondo post Covid?

La cucina del ventunesimo secolo
È uno spazio comune, multifunzionale, eco-friendly, unisex, protagonista dei post dei social media*. È uno spazio scenografico, una sorta di palcoscenico aperto sul soggiorno, in cui ci si esibisce davanti agli amici in performance culinarie. È intelligente, super tecnologica e iperconnessa, di design, rifinita con materiali soft touch e attrezzata come una cucina professionale. È uno spazio in cui laptop e tablet per lavorare trovano posto vicino al frullatore di ultima generazione e al frigorifero che fa la spesa online. Ma sarà ancora così?

La cucina nel mondo post Covid
Secondo Imma Forino*, docente di Architettura degli interni e Allestimento del Politecnico di Milano, la cucina potrebbe tornare ad essere un qualche cosa di simile alla “Frankfurter Küche” (la cucina di Francoforte) progettata nel 1925 da Margarete Schütte-Lihotzky per le Siedlungen di Ernst May. Un locale separato dal resto della casa, ma comunque sempre in contatto visivo, di dimensioni ridotte, in cui una sola persona può lavorare comodamente. Sarà modulare, funzionale e super tecnologica, con spazi di decontaminazione in entrata e in uscita, balcone e orto casalingo.

* Gruppo Cosentino e Silestone Institute “Global Kitchen 2019: la cucina, fulcro della casa moderna”,
**Imma Forino, La cucina. Storia culturale di un luogo domestico, 2019 Einaudi

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